AVVERTENZA

Lettore,

se questi scritti mancano di naturalezza, tu ravvisali quali apparecchi per una natura esorbitante e solitaria; è così che l'arte dello scrivere diventa qualche volta l'arte di toglier via croste e necrosi e di conservare quindi a mo' di esempio i cadaveri nella carta.
Che se invece ti venisse fatto di domandare perchè l'autore pubblica in un accesso di esibizione queste indecenze della sua vita privata, puoi credere ch'egli si raccomanda unicamente proprio alla materia e all'uso più intimo delle sue parole; e sa bene che queste carte, igieniche e idiote, per lui necessarie, saranno utili ad altri nella sola misura in cui vi potranno scorgere un uomo della prima metà del XX° secolo, che si libera del midollo del suo personaggio esponendolo, con la scrittura, in tutte le sue chiuse e tristissime arie, solo e scoperto al cospetto di tutti.
Quanto all'autore sopravvissuto, è chiaro che dopo avere con tanta pena perduto e vinto uno sull'altro i rounds di questo ambiguo incontro col suo personaggio, sulla carta come sul ring di un medesimo uomo, e dopo avere infine scavato la fossa all'antitesi, atroce e bellissima di vita e di morte del singolo nella vita in progresso dell'umanità, egli non potrà mai più permettersi il lusso di fallire la sua propria morte.

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La voce recitante è di Velso Mucci in persona, in una rarissima registrazione presumibilmente effettuata nel 1963. Le "Carte di un italiano dell'11" saranno date alle stampe, postume, solamente dieci anni dopo, precedute da una prefazione di Elio Mercuri. La lettura in questa versione presenta alcune varianti rispetto a quella definitiva.